Bocche di Bonifacio: audizione di Fedepiloti presso le Commissioni Trasporti e Ambiente della Camera
P.S.S.A STRETTO BOCCHE DI BONIFACIO LA MISURA DEL PILOTAGGIO RICHIESTA DALL’IMO AL CENTRO DI UN ITER PARLAMENTARE
La Federazione Italiana Piloti dei Porti è stata invitata in audizione informale, lo scorso 15 aprile 2021, presso una seduta congiunta della VIII e IX Commissione (rispettivamente Ambiente e Trasporti) nell’ambito della discussione delle risoluzioni recanti “iniziative di tutela ambientale e di regolazione del transito marittimo nelle Bocche di Bonifacio” presentate dai deputati On. Paola Deiana e On. Edoardo Rixi. Sul tema è stato delegato, in rappresentanza di Fedepiloti, il già presidente Francesco Bandiera, pilota del porto di Olbia, che è intervenuto in videoconferenza portando i saluti dell’attuale Presidente Luigi Mennella. Il collegamento si è svolto dalla Direzione Marittima del Nord Sardegna, alla presenza del Direttore C.V. Giovanni Canu. L’audizione ha visto la partecipazione inoltre del Comando Generale delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera con il C.V. Claudio Manganiello (responsabile affari internazionali), dei rappresentanti di Castalia consorzio stabile S.C.p.a, dell’assessore della difesa dell’ambiente della Regione Sardegna Gianni Lampis e del Presidente dell’Ente Parco della Maddalena Ing. Fabrizio Fonnesu.
La Federazione, negli atti depositati, ha sottolineato alle due commissioni come “il progetto del Servizio di Pilotaggio nello Stretto delle Bocche di Bonifacio nasca a seguito di una specifica risoluzione dell'IMO (organo tecnico delle Nazioni Unite – Iternational Maritime Organization) quale condizione sinequa non per la determinazione in via definitiva dell'unica Area Marina Particolarmente Sensibile (PSSA – Particulary Sensitive Sea Area) del Mediterraneo. La seconda al mondo (dopo Torres Strait in Australia/Papa Nuova Guinea) per caratteristiche ambientali, sociali, politiche ed economiche”.
Sempre l'IMO ha inserito il pilotaggio ad integrazione di quelle che definisce Misure Associate di Protezione Ambientale (APM – Associated Protective Measure), ovvero un “pacchetto” di misure intese a raggiungere il massimo livello di prevenzione, protezione e sicurezza marittima e ambientale possibili, dai pericoli del cd traffico marittimo internazionale, che sono: schema di rotte raccomandate, servizio VTS (Vessel Traffic Service) con rapportazione via radio e Servizio di Pilotaggio raccomandato. “È bene evidenziare” - ha ricordato il com.te Bandiera - “che dal 1° luglio 2014, sempre nell’ottica di contribuire attivamente alla tutela delle Bocche di Bonifacio, i piloti del Porto di Olbia e Porto Torres (come richiesto dall’Amministrazione centrale del MIMS) garantiscono insieme ai Piloti francesi (quest’ultimi dal 7 novembre 2014) un turno di guardia regolare di prontezza operativa ed invio di informazioni di servizio su richiesta dei comandanti delle navi, senza alcun costo riconosciuto. Il gruppo di pilotaggio internazionale, istituito e coordinato su base volontaria, ha sempre dovuto far fronte alle non poche difficoltà logistiche ed operative in solitudine, consentendo così, di fatto, l’applicazione delle misure disposte dall’IMO. Tutto ciò avviene da ormai quasi sette anni di una prima fase di sperimentazione, durante i quali solamente 36 navi hanno rispettato la raccomandazione del pilota a bordo, a fronte delle oltre 20.000 unità transitate.” Riconoscendo paradossale che il pieno svolgimento di un progetto di rilevanza internazionale si basi, di fatto, sull’opera volontaria dei pochi piloti coinvolti e constatato il fallimento di questi primi sette anni di sperimentazione per come venne impostata, la Fedepiloti suggerisce l’individuazione di un soggetto pubblico che possa gestire un serio avviamento operativo di una postazione avanzata a La Maddalena e/o Santa Teresa.
Al momento infatti, quando chiamati, i piloti devono partire dalle loro sedi di Olbia o Porto Torres, con costi e tempi d’intervento insostenibili. Preso atto delle due Risoluzioni proposte, il cui iter potrebbe durare molto tempo e sul cui esito non vi è certezza, principalmente per le condizioni giuridiche dello Stretto internazionale delle Bocche, una giusta informazione alle navi in transito circa la disponibilità del servizio di pilotaggio, potrebbe essere un giusto compromesso iniziale. Questo creerebbe una coscienza collettiva sulla fragilità e delicatezza, oltre che pericolosità di questo tratto di mare e raggiungerebbe l’obiettivo di avere un certo numero di navi che utilizzerebbe tutte le misure associate, ivi il pilotaggio, dando la possibilità di inserire il servizio in pianta stabile all’interno del sistema di pilotaggio tradizionalmente conosciuto in Italia.
Un’analisi del traffico degli ultimi dieci anni, sulla base di alcuni dati ufficiali, rivela che lo Stretto di Bonifacio sia utilizzato in prevalenza da navi straniere e la percentuale considerata ad alto/altissimo rischio ambientale (secondo una tabella di classificazione dell’IMO), è sempre ben oltre l’80% negli ultimi cinque anni. In chiusura d’intervento la Federazione Italiana dei Piloti dei Porti si è dichiarata disponibile a partecipare ad eventuali iniziative e tavoli corrispondenti sul tema, per i quali manterrà sempre un atteggiamento propositivo nel pieno rispetto dei ruoli, a tutela del pilotaggio italiano auspicando pertanto che si possa dare inizio a quella che può essere definita la “fase 2” della sperimentazione, con l’obiettivo di verificarne l’efficacia entro 24/36 mesi. Un progetto di pilotaggio raccomandato serio necessita di risorse immediate.
Al momento infatti, quando chiamati, i piloti devono partire dalle loro sedi di Olbia o Porto Torres, con costi e tempi d’intervento insostenibili. Preso atto delle due Risoluzioni proposte, il cui iter potrebbe durare molto tempo e sul cui esito non vi è certezza, principalmente per le condizioni giuridiche dello Stretto internazionale delle Bocche, una giusta informazione alle navi in transito circa la disponibilità del servizio di pilotaggio, potrebbe essere un giusto compromesso iniziale. Questo creerebbe una coscienza collettiva sulla fragilità e delicatezza, oltre che pericolosità di questo tratto di mare e raggiungerebbe l’obiettivo di avere un certo numero di navi che utilizzerebbe tutte le misure associate, ivi il pilotaggio, dando la possibilità di inserire il servizio in pianta stabile all’interno del sistema di pilotaggio tradizionalmente conosciuto in Italia.
Un’analisi del traffico degli ultimi dieci anni, sulla base di alcuni dati ufficiali, rivela che lo Stretto di Bonifacio sia utilizzato in prevalenza da navi straniere e la percentuale considerata ad alto/altissimo rischio ambientale (secondo una tabella di classificazione dell’IMO), è sempre ben oltre l’80% negli ultimi cinque anni. In chiusura d’intervento la Federazione Italiana dei Piloti dei Porti si è dichiarata disponibile a partecipare ad eventuali iniziative e tavoli corrispondenti sul tema, per i quali manterrà sempre un atteggiamento propositivo nel pieno rispetto dei ruoli, a tutela del pilotaggio italiano auspicando pertanto che si possa dare inizio a quella che può essere definita la “fase 2” della sperimentazione, con l’obiettivo di verificarne l’efficacia entro 24/36 mesi. Un progetto di pilotaggio raccomandato serio necessita di risorse immediate.