Presidente Mennella: “Piloti italiani, basta spaccature. Ma i matrimoni si fanno in due”

Presidente Mennella: “Piloti italiani, basta spaccature. Ma i matrimoni si fanno in due”
News
25 giugno 2020
“E’ da tempo che lanciamo messaggi pacificatori all’Upi (Unione Piloti Italiani) per ricucire la spaccatura che c’è stata tanti anni fa. Cercheremo di insistere, però i matrimoni si fanno in due. Abbiamo anche proposto di rifondare da zero l’associazione. Siamo disposti a cambiare il nome nel caso fosse necessario.

Quindi, siamo aperti al dialogo ma ricordo che, fino ad oggi, abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere solo attacchi dai nostri stessi colleghi”. Nella sua prima uscita pubblica come neopresidente di Fedepiloti Luigi Mennella raccoglie l’invito dell’ammiraglio Giovanni Pettorino, il comandante generale delle Capitanerie di Porto, che, in occasione della 73° assemblea nazionale della Federazione dei piloti italiani ha ribadito di essere di “essere veramente preoccupato di due divisioni. La prima è la divisione all’interno dei piloti”. “La forza di un’organizzazione, che esprime un servizio così importante, non può esprimersi se c’è divisione – ha ricordato Pettorino -. Permane ancora questa ombra. Non c’è forza nel far valere le proprie ragioni se non c’è unitarietà”.

Il presidente uscente, Francesco Bandiera, ha auspicato una “Assemblea Costituente di tutti i piloti italiani, all’interno di un Congresso nazionale del pilotaggio, magari già la prossima primavera”. Sarà quella l’occasione per rimettere le cose a posto e soprattutto per ripensare la categoria?
“La proposta di Bandiera è la mia, perché il mio mandato si muove nel segno della continuità, visto che sono stato vicepresidente dell’associazione. Con la mia nomina, la categoria ha lanciato un segnale preciso. Abbiamo avuto un rinnovo del sistema di pilotaggio agli inizi degli anni Settanta, quando ci siamo trovati in una situazione molto simile a quella attuale sia dal punto di vista economico sia come problematica interna alla categoria. Penso che le rifondazioni siano cicliche, dopo quasi mezzo secolo è arrivato il momento di ripensare ai prossimi 50 anni. Capire come sarà il nostro lavoro nel futuro e capire soprattutto come la base della categoria intende affrontare i cambiamenti. Perché nella nostra categoria i rinnovamenti non sono mai partiti dall’alto ma sempre dal basso”.

Quali sono le priorità su cui i piloti italiani devono puntare per rinnovarsi?
“Facciamo fede allo studio che abbiamo commissionato al CIELI (Centro Italiano di Eccellenza sulla Logistica e i Trasporti e le Infrastrutture). Uno studio corposo, durato quasi un anno, che ci ha indicato la strada da seguire. E la Federazione intende farlo. In particolare, nella parte in cui ci viene suggerito di procedere con accorpamenti e aggregazioni delle corporazioni su base territoriale per un contenimento dei costi di produzione del servizio”.

E’ anche il suggerimento che vi è arrivato dal presidente di Federagenti, Gian Enzo Duci, che ha insistito su questo punto sollecitando alla categoria dei piloti “una nuova organizzazione per creare economie di scala”. E’ un punto di non ritorno?
“Evidentemente, sì. Il nostro problema è che l’attuale formula rappresenta un ottimo sistema per avere una tariffa. Tuttavia, presenta dei limiti laddove ci sono delle piccole realtà che provocano forti aumenti oppure forti riduzioni. Queste ultime sono insostenibili, pertanto dobbiamo agire sulle distorsioni che possiamo avere”.

Dall’assemblea di ieri sono arrivati anche messaggi di apertura da parte delle associazioni di categoria, Confitarma e Assarmatori, sul tema spinoso delle tariffe. Che cosa Fedepiloti è disposta a fare per mettere da parte le frizioni e le incomprensioni che ci sono state in passato?
“In 73 anni di storia, Fedepiloti ha sempre cercato di risolvere le problematiche con accordi. Detto questo, come Federazione, faremo di tutto per cercare un’intesa che possa soddisfare tutte le parti in causa, ma nulla è scontato purtroppo. A questo punto, stiamo aspettando che il ministero ci chiami per intavolare la trattativa sul rinnovo tariffario”.

Su un punto gli armatori vi hanno rassicurato, ovvero che il servizio di pilotaggio deve restare in un’ottica pubblica confermando che non c’è nessuna fuga in avanti verso privatizzazioni del servizio, come magari era accaduto in passato.
“Se in passato ci sono state fughe in avanti, mi sembra evidente che siano state azzerate. Mi sembra anche che gli armatori abbiano confermato di essere abbastanza soddisfatti del servizio che diamo. Del resto, finché il servizio viene gestito dal pubblico tutti avranno le stesse regole. Dobbiamo restare fuori da qualsiasi logica di mercato che potrebbe compromettere seriamente l’efficienza, la trasparenza e l’efficacia del nostro servizio”.